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tisana di erbe

PREPARARE IL CORPO ALL'AUTUNNO

Come il tuo corpo vive il passaggio alla stagione autunnale?

Ti sei mai chiesta/o che cosa succede a livello fisico, emotivo, mentale, spirituale?

Sapevi che i cambiamenti che avvengono nella natura influenzano notevolmente il nostro sistema?

L'Autunno è una stagione di passaggio e in quanto tale chiede al nostro corpo uno sforzo di adattamento al cambio delle condizione climatiche e delle energie sottili.

 

In questo articolo ti raccontiamo:
- che cosa succede al nostro corpo in autunno e come sostenerlo, secondo l'antica scienza indiana dell'Ayurveda 
- lo stress del cambio di stagione e alcune pratiche per pacificare la mente
- come e perchè il mal di schiena si può accentuare in questo periodo e cosa fare

 

UN AIUTO DALL'ANTICA SCIENZA INDIANA DELL'AYURVEDA

Secondo l’Ayurveda tutto ciò che esiste nell’Universo è dominato dai 5 elementi (Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra) che si manifestano attraverso i Dosha, delle energie fondamentali che risultano dalla combinazione di due elementi. I Dosha sono presenti in tutto ciò che è vivo, in tutto ciò che è materia. Ma lo sapevi che anche i cicli della giornata e dell’anno mutano in base ai vari Dosha? E che questa ciclicità influenza l’equilibrio dei Dosha nel corpo umano?

erbe

In che modo si alternano i Dosha secondo i cicli stagionali?

L’estate porta l’energia di Pitta (fuoco e acqua), in autunno e nella prima parte dell’inverno predomina l’energia Vata (etere e aria), nella seconda parte dell’autunno e in primavera troviamo l’energia Kapha (acqua e terra). Pertanto diremo che l’estate ha le qualità di Pitta, l’autunno/inverno le qualità di Vata e l’inverno/primavera le qualità di Kapha. Il passaggio dalla predominanza di un Dosha a un’altro avviene in modo graduale e dipende dal clima che si manifesta in quel momento. In questo periodo dell’anno stiamo gradualmente entrando nell’autunno, pian piano l’energia Vata diventa predominante rispetto a Pitta per raggiungere il suo apice nella seconda parte dell’autunno quando aumentano freddo, vento, pioggia o neve. Questo avverrà in base al clima specifico del momento; per esempio, in caso di un autunno particolarmente caldo Vata tarderà a manifestarsi e farà il suo ingresso quando la temperatura comincerà a scendere.

 

Come ci influenza questo passaggio?

Una regola base in Ayurveda è “il simile aumenta il simile” pertanto andando verso il periodo autunnale vedremo enfatizzati tutti gli aspetti Vata presenti nel nostro organismo, non solo a livello fisico, ma anche emotivo e mentale. Vata è freddo, secco, ruvido, veloce. In autunno queste qualità tenderanno ad aumentare anche nel nostro organismo. Ne saranno più colpite le persone con una costituzione predominante Vata (ma non solo) che potranno vedere l’aggravarsi di alcune tematiche relative a questo Dosha come ad esempio: secchezza della pelle, difficoltà nella digestione e irregolarità intestinale, presenza di aria nell’intestino, problemi relativi al sonno, eccessivo aumento dell’attività mentale, accumulo di ansia e stress. Nel corpo umano Vata ha sede principalmente nell’intestino (nel colon) e nel sistema nervoso. Proprio queste saranno le aree che maggiormente risentiranno dell’accumulo di Vata.

 

Cosa fare per prevenire i disagi associati all’autunno?

Una buona routine per pacificare Vata può includere piccoli rituali e accortezze quotidiane, Vata ha bisogno di stabilità e regolarità (i suoi elementi sono aria ed etere) quindi trarrà particolare beneficio introducendo delle pratiche solide e stabili. Se una buona routine è fondamentale è altrettanto importante inserire le varie pratiche gradualmente, Vata risente molto dei cambiamenti repentini, ogni modifica allo stile di vita deve essere introdotta con gradualità e morbidezza.

La prima cosa su cui portare attenzione è l’alimentazione. È consigliato fare pasti regolari, possibilmente alla stessa ora; mangiare in uno stato di tranquillità e masticando a lungo. Gradualmente è consigliato diminuire il cibo crudo (per Vata è difficile da digerire) e preferire cibo cotto, caldo e oleoso più facile da digerire e lubrificante per l’intestino. Ottime le spezie riscaldanti come cannella, cumino, zenzero, curcuma, pepe, chiodi di garofano, paprika. Da evitare invece il peperoncino che seppur riscaldante risulta irritante per il delicato sistema digerente della tipologia Vata. Bere molto e con regolarità, sia acqua preferibilmente tiepida o calda, sia infusi. Ricordiamo che Vata è secco, ha quindi molto bisogno di liquidi. 

In generale ciò che pacifica incredibilmente Vata (in particolare a livello del sistema nervoso) è la regolarità. Molto importante in questo periodo mantenere degli orari regolari per quanto riguarda i pasti e il sonno. I tipi Vata per loro natura tendono ad avere abitudini e uno stile di Vita piuttosto irregolare, ma questo alla lunga può portare disarmonie e squilibri nel sistema. Una buona abitudine è svegliarsi e andare a dormire ogni giorno alla stessa ora (possibilmente entro le 22:00) e introdurre una routine mattutina con pratiche stabili, come una pratica di yoga dolce o di meditazione. Altrettanto importante la mattina è una pratica di automassaggio con olio di sesamo caldo. Il massaggio aiuta il radicamento e la connessione con il corpo, dunque la connessione con l’elemento terra che Vata non ha. L’olio di sesamo nutre in profondità aiutando a prevenire le tematiche di secchezza cutanea. È inoltre un olio particolarmente indicato per aiutare l’eliminazione delle tossine dal corpo.

 

STRESS E CAMBIO DI STAGIONE

Ora andremo ad analizzare la correlazione che esiste tra lo stress ed il passaggio dall’estate all’autunno, un particolare momento dell’anno dove, per la medicina Ayurvedica, entriamo nel dosha Vata, legato all’etere e all’elemento aria. In questo passaggio vediamo un aumento dell’energia mentale (legata all’elemento aria) unita ad importanti cambiamenti a livello psicofisico legati sia all’abbassarsi progressivo delle temperatura con accorciamento delle giornate, e dalla fine delle “vacanze estive” con l’inevitabile ritorno al lavoro.

meditazione

Ma iniziamo analizzando lo stress per comprendere meglio cos’è e come si manifesta.

Lo stress è la risposta fisiologica che il nostro organismo mette in atto nei confronti di un evento che viene valutato come pericoloso o eccessivo per le proprie capacità.

Di fronte a tale evento ci saranno due tipi di risposte:

  1. Risposta istantanea: è guidata dall’Adrenalina e porta il nostro corpo a prepararsi a quella che viene detta reazione di attacco o fuga, dove tutta l’energia viene veicolata verso gli organi vitali (cervello, muscoli e globuli rossi)
  2. Risposta ritardata: se l’agente stressante persiste il sistema si prepara a sostenere l’organismo per tempi più lunghi grazie alla produzione di Cortisolo, noto appunto come “l’ormone dello stress”

 

Ma se lo stress è una risposta fisiologica del nostro organismo perché viene utilizzato con un'accezione negativa?

Quello che comunemente viene definito “stress” non è altro che l’attivazione cronica delle risposta ritardata che porta alla produzione costante di cortisolo e questo meccanismo si attiva quando la situazione ritenuta “pericolosa” dal nostro organismo persiste nel tempo.

La differenza quindi tra una risposta adattativa allo stress, che viene definita eustress, ed una risposta disadattativa, definita invece distress, dipende dalla durata e dal nostro personale approccio a tale problema.

Alcune caratteristiche per riconoscere eustress e distress sono:

Stress positivo (eustress)

  • Approccio positivo al problema
  • Aumento del livello di attenzione
  • Aumento della produttività
  • E’ legato ad un buon livello di autostima
  • Breve durata

 

Stress negativo (distress)

  • Approccio negativo al problema
  • E’ accompagnato da pensieri negativi e ansia
  • Genera squilibri a livello psicofisico
  • Riduce la nostra produttività
  • Durata prolungata

Ora che abbiamo compreso cosa sia davvero lo stress possiamo analizzare la sua correlazione con il cambio di stagione e l’arrivo di Vata.

Aumento dell’attività mentale

Vi è un’importante correlazione tra l’aumento dell’attività mentale e lo stress. Come abbiamo visto lo stress dipende dalla presenza di una situazione che viene definita pericolosa o eccessiva per le proprie capacità e che perdura nel tempo. Tuttavia questa condizione non deve essere per forza “reale”. La mente iperattiva o mente agitata ha infatti la tendenza ad essere proiettata al futuro e nel fare. E’ alla continua ricerca di novità, si annoia subito e spesso si concentra molto su doveri e lavoro. 

Quando pensiamo ad un problema che dovremo affrontare tra qualche giorno il nostro corpo inizia a rispondere come se tale problema fosse esattamente di fronte a noi. Inizierà a produrre Cortisolo e ci manterrà in uno stato di allerta costante fino a che tale problema non verrà risolto. Proprio per questo la nostra capacità nello stare nel “qui ed ora” ci permette di prevenire il distress e di concentrare tutte le nostre energie solamente nel momento in cui il problema lo dobbiamo effettivamente affrontare.

 

Riduzione delle ore di luce

L’esposizione alla luce solare è fondamentale per la produzione della Vitamina D, sostanza indispensabile per combattere ansia e depressione. Con la fine dell’estate assistiamo ad un progressivo accorciamento delle giornate e ad un abbassamento delle temperature, condizioni che non favoriscono la nostra esposizione ai raggi solari con conseguente riduzione dei livelli di Vitamina D.

È bene ricordarci che è sufficiente un’esposizione solare di 30 minuti al giorno per garantirci il fabbisogno giornaliero di tale vitamina, prevenendo così l’insorgenza dell’ansia e dello stress ad essa correlato.

 

Rientro dalle vacanze

Il rientro dalle vacanze per ricominciare la routine lavorativa è un momento molto delicato dell’anno che va conosciuto per evitare di ricadere in quella che viene definita “sindrome da rientro”.

La sindrome da rientro è caratterizzata infatti da una naturale difficoltà di adattamento alla routine lavorativa dopo un periodo medio-lungo di riposo, divertimento e relax.

In questo caso i fattori in gioco sono molteplici, da un lato vi è una reazione di allerta precoce del nostro organismo che si prepara a dover affrontare il ritorno a doveri e responsabilità (distress) e dall’altra una riduzione drastica della nostra esposizione solare.

 

Vediamo allora come affrontare al meglio l’arrivo di Vata e questo particolare momento dell’anno:

  1. MeditazioneReikiMindfulness, permettono di lavorare sull'origine dello stress, che solitamente non è un reale pericolo imminente ma la conseguenza di una mente agitata che si manifesta con pensieri ricorrenti legati a problematiche future.
  2. Massaggi, diventano molto importanti per togliere energia dalla mente e riportarla sul corpo. Prendersi uno spazio di cura personale dove riceviamo un massaggio ci aiuta a ridurre drasticamente i livelli di Cortisolo, a calmare la mente e radicarci nel qui ed ora.
  3. Attività fisica, migliora il metabolismo di zuccheri e acidi grassi e favorisce la produzione di noradrenalina ed endorfine che hanno un'attività analgesica ed eccitante produzione di cortisolo (questa risposta è definita eustress).
  4. Esposizione alla luce solare, con una esposizione solare di 30 minuti al giorno possiamo garantire il nostro fabbisogno di Vit.D prevenendo l’insorgenza di ansia e depressione.
  5. Approccio positivo al problema. Consiste in un cambio di attitudine di fronte ad un evento potenzialmente stressante. Se riusciamo a cambiare il nostro approccio ai "problemi" della vita, trasformandoli in sfide positive od opportunità di crescita, il nostro organismo risponderà in modo fisiologico, sostenendoci in questo processo e limitando la produzione di cortisolo (questa risposta è definita eustress).

 

 

L'AUTUNNO E LA COLONNA VERTEBRALE

Abbiamo visto come uno squilibrio del Dosha Vata può influenzare il nostro stato di stress e generare degli stati di infiammazione per il nostro intestino. Sarà molto importante in questo periodo assicurarci di mantenere una dieta e delle abitudini regolari per evitare che lo stato di stress non diventi cronico, perché questo potrebbe andare ad inficiare anche la salute della nostra colonna vertebrale.

 

Qual è la correlazione tra infiammazione di un organo e salute della colonna vertebrale?

Cosa succede se un organo in generale, e nello specifico il nostro intestino, è sottoposto ad un’infiammazione cronica?

La conseguenza di uno stato di infiammazione prolungato nel tempo può essere una lombalgia, cioè un’infiammazione a livello delle vertebre lombari

 

Perché succede questo?

Ogni organo è avvolto da un tessuto - detto fascia/tessuto connettivo - che gli permette di differenziarsi dal suo vicino, definendo il suo spazio di movimento e mantenendolo nella corretta posizione.

Dovete sapere infatti che ogni organo ha bisogno di muoversi: quando respiriamo tutti gli organi interni si abbassano, si spostano e scivolano l’uno sull’altro per permettere il movimento del diaframma, o durante la digestione, l’intestino ha bisogno di movimenti peristaltici per spingere il bolo alimentare.

 

Come può un organo influenzare la mia postura o il mio movimento?

Ogni organo è collegato ad una struttura ossea/tendinea tramite la fascia che lo avvolge: l’intestino, nello specifico, è collegato tramite il mesentere alle vertebre lombari. Nell’immagine si può osservare come il lungo tubo dell’intestino tenue è sospeso nella cavità addominale grazie a questa doppia membrana che si inserisce a livello delle vertebre lombare e grazie alle sue pieghe, mantiene in posizione l’intestino e nel contempo gli permette di muoversi.  

intestino

Qualsiasi spostamento/disallineamento di un organo, genera delle tensioni sulla struttura ossea e muscolare a cui è collegato, e di conseguenza, sull’intera struttura della cavità addominale e/o del torso.

 

Perché l’infiammazione può portare al mal di schiena?

Quando siamo in presenza di uno stato infiammatorio, la fascia aumenta la produzione di fibre diventando quindi meno elastica e meno in grado di adattarsi; a lungo andare possono anche crearsi aderenze simili a quelle provocate dagli interventi chirurgici.

Esiste una gerarchia all’interno del corpo, che pone in primo piano le funzioni fisiologiche primarie - come la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna e quella linfatica - e in secondo piano il corretto allineamento articolare. In pratica la struttura ossea si adatta in modo da garantire agli organi la corretta funzionalità.

In questo caso, se l’intentino non ha abbastanza spazio perché la fascia attorno a lui ha perso elasticità, il corpo compensa questa mancanza spostando qualche vertebra, e così un’infiammazione intestinale si trasforma in un mal di schiena cronico.

 

Cosa posso fare?

Oltre a curare la salute del tuo intestino tramite un’alimentazione e uno stile di vita sano, esistono delle tecniche di manipolazione che aiutano a ristabilire l’elasticità dei tessuti, e il riposizionamento degli organi nella corretta posizione.

L’attività fisica regolare anche aiuta a mobilizzare questi tessuti, a vascolarizzare e quindi ossigenare i tessuti, in modo da limitare gli stati infiammatori.
 

 

 

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Articolo a cura del Team Corpo
Shivani Annalisa Di Salvo, Certified RolferTM
Stefano Zandonà, Medico e Iridologo
Cristina De Martin, Riflessologa Plantare e Operatrice Ayurvedica

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